Cari sportivi, tifosi, atleti e dirigenti,
in occasione delle festività pasquali mi preme salutare tutti coloro che, quotidianamente, vivono di sport e di calcio dilettantistico in particolare. Essere promotore di iniziative, presidente di una società, dirigente, atleta, allenatore, preparatore è, spesso e volentieri, un onore ma anche un onere. Per questo vorrei sottolineare i sacrifici e gli sforzi che ognuno di noi fa per rendere viva una passione che ci allontana dalle nostre famiglie, dagli affetti, dallo studio, dal lavoro per immergerci in un mondo fatto di gioie, soddisfazioni ma anche di delusioni e ripartenze.
La domenica, solitamente, si mobilitano in tanti che, rinunciando al caldo pranzo familiare con genitori, fratelli, mogli e/o figli, decidono di scendere in campo, giocare, accompagnare o semplicemente osservare ed analizzare una gara. Così come noi ci sono anche quei ragazzi che indossano la divisa da arbitro; i quali sono chiamati, ogni domenica, a decidere in frazioni di secondo e a far sì che una gara sia diretta nel migliore dei modi; diventando spesso valvole di sfogo di una sconfitta.
Quest’anno di partite ne ho viste più del solito rispetto agli altri anni anche perché come presidente mi sono sentito in dovere di non mancare. Un’esperienza fino ad oggi bella e formativa che ha permesso di farci conoscere realtà sane e modi di operare diversi ma costruttivi al fine di favorire, in un periodo non facile, il gioco del calcio in periferia. Agli enormi sforzi per rendere socievole, sportivo, formativo un campionato si uniscono anche episodi non proprio educativi: questo però, si sa, fa parte del gioco.
Approfittando del clima festivo e pasquale il mio augurio si raccoglie in una riflessione che invito a fare a tutti voi: ogni risultato, sportivo e non, arriva per le qualità e le predisposizioni di ognuno di noi, dall’educazione ricevuta e maturata negli anni, sicuramente; ma credo, anche, che l’obiettivo più importante sia quello di dare il massimo. Tutto ciò può essere raggiunto partendo solo da noi stessi, migliorandoci ogni giorno nel rapporto con gli altri, ammettendo i nostri limiti con umiltà e ripartire senza mai buttarci giù, con spirito di sacrificio unito al divertimento, continuando ad essere uniti anche quando lo si crede impossibile. Per essere vincenti, dunque, credo che bisogna sapere perdere, avere dentro, ognuno di noi la cultura della sconfitta.
L’intera Società G.S. TROIA, al fine di favorire quanto sopra, augura a tutti una Serena Pasqua nel segno della pace e della sportività, da estendere alle Vs famiglie.
Con stima ed affetto
Domenico La Salandra
PRESIDENTE G.S. TROIA
